Gestire un’eredità non è mai semplice, soprattutto quando iniziano a spuntare dubbi sulla reale situazione economica del defunto. Ci sono conti correnti nascosti? Quali debiti o crediti sono ancora da scoprire? E, soprattutto, come possono proteggersi gli eredi da eventuali brutte sorprese? 

In questo articolo esploreremo l’importanza delle indagini bancarie per mettere ordine nel patrimonio ereditario e darti tutte le informazioni necessarie per tutelare i tuoi interessi.

Indagine bancaria eredi: quando serve e quali rischi previene

Gli eredi di un defunto con una situazione finanziaria poco chiara possono trovarsi di fronte a diverse problematiche. 

  • Tra le più comuni c’è la scoperta di debiti non dichiarati, come prestiti o mutui, che potrebbero superare il valore dell’eredità, costringendo gli eredi a rinunciare o accettare con beneficio di inventario. 
  • Un altro rischio è la presenza di conti o investimenti nascosti, che, se non scoperti, restano in mano alle banche e fuori dalla successione. Inoltre, i creditori potrebbero richiedere pignoramenti su beni ereditati per saldare i debiti del defunto. 
  • Infine, pendenze fiscali non risolte potrebbero generare multe e sanzioni, riducendo il patrimonio ereditato.

Quando ci sono dubbi sulla reale consistenza del patrimonio del de cuius, ovvero di un defunto, quindi, le indagini bancarie da parte degli eredi sono fondamentali per avere un quadro chiaro della situazione e ricostruire il patrimonio. Attraverso queste indagini è possibile scoprire conti correnti, depositi, investimenti e altri asset che potrebbero essere rimasti nascosti. 

Ma come si procede? Ci sono due casistiche principali da tenere in considerazione.

Indagine sui conti correnti del defunto: le 2 casistiche principali

Caso 1: indagine bancaria su conto corrente conosciuto

Se gli eredi conoscono i conti correnti del defunto, possono rivolgersi direttamente alla banca dove era cliente per richiedere la documentazione ufficiale relativa a saldo, movimenti e intestatari. Le norme previste dal Testo Unico Bancario concedono agli eredi un massimo di 90 giorni dalla morte per fare questa richiesta. 

Possibili complicazioni possono sorgere nel caso il conto sia cointestato.

  • Se il conto cointestato è a firma disgiunta, i cointestatari possono operare autonomamente senza il consenso dell’altro nei limiti delle proprie quote ereditarie. Alla morte di uno dei titolari, infatti, il saldo viene diviso secondo il contributo di ognuno dei cointestatari. In questi casi, spesso è necessaria una perizia per determinare la percentuale effettiva di spettanza, dato che la titolarità delle somme non è sempre così chiara. È importante anche sottolineare che i coeredi potranno agire come gruppo, non singolarmente.
  • Se invece il conto corrente è a firma congiunta, qualsiasi operazione necessita dell’approvazione di tutti i titolari. Dopo la morte di uno dei cointestatari, quindi, il conto resta bloccato e non è possibile eseguire alcuna operazione, né da parte degli altri cointestatari né dagli eredi del defunto, fino al completamento della procedura di successione. Solo dopo la risoluzione dell’eredità sarà possibile accedere nuovamente ai fondi e gestirli.

Caso 2: indagine bancaria su conto corrente sconosciuto

Quando gli eredi non hanno chiara la situazione dei conti bancari del defunto o sospettano che possano esserci altri conti oltre a quelli noti, diventa necessaria una vera e propria indagine

Una possibile strada è quella di contattare le banche con cui si crede che il defunto avesse rapporti, richiedendo una ricerca sui conti a lui intestati. Tuttavia, bisogna armarsi di pazienza: la procedura può richiedere tempo e le banche, purtroppo, non sono sempre pronte a collaborare in maniera tempestiva.

Cosa fare se la banca rifiuta di consegnare i documenti?

Non è raro che le banche, per diverse ragioni, rifiutino di fornire la documentazione richiesta dagli eredi. Se ti trovi in questa situazione, ecco alcuni consigli pratici:

  • Documenta ogni richiesta: annota ogni dettaglio, incluse le date e i nomi dei referenti della banca con cui hai parlato. Questa documentazione sarà utile in caso di futuri contenziosi.
  • Conosci i tuoi diritti: come erede, hai il diritto di accedere alle informazioni relative ai conti del defunto. La legge ti tutela in questo senso, ma è essenziale sapere esattamente quali documenti puoi richiedere.
  • Sii preciso nelle tue richieste: quando inoltri una richiesta alla banca non lasciare spazio a interpretazioni. Specifica chiaramente di quali documenti hai bisogno, come estratti conto dettagliati o la lista completa dei movimenti degli ultimi anni.

Se le tue richieste restano inascoltate e le banche continuano a non collaborare, non devi per forza rinunciare: un’agenzia investigativa può intervenire e darti supporto

Grazie alla loro esperienza nel campo delle indagini, possono aiutarti a ottenere i dati che ti spettano, anche quando le banche si mostrano reticenti. 

Quando rivolgersi a un’agenzia investigativa?

Ci sono situazioni in cui, nonostante tutti gli sforzi, le indagini bancarie possono diventare particolarmente complesse o addirittura inaccessibili per gli eredi. In questi casi, rivolgersi a un’agenzia investigativa specializzata, come NSK Intelligence Collection, può fare la differenza.

La nostra agenzia è in grado di reperire tutte le informazioni necessarie sui conti bancari, patrimoni e investimenti del defunto, fornendoti un quadro completo della situazione economica e aiutandoti a recuperare tutta l’eredità che ti spetta o verificare la presenza di eventuali debiti. Affidarsi a professionisti ti permette di risparmiare tempo prezioso ed evitare complicazioni legali più serie

In conclusione, in quanto erede, le indagini bancarie sono cruciali per tutelare la tua eredità e i tuoi diritti, e con il supporto di NSK Intelligence Collection potrai affrontare questo processo in modo rapido e sicuro. Contattaci subito: il nostro team è pronto ad aiutarti.